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Da dove nascono le crisi che caratterizzano la nostra epoca e in che modo uno Stato mantiene l'ordine sono alcune delle più importanti questioni su cui si interroga la filosofia politica. Eppure sembra che sia finita nel dimenticatoio una figura chiave per rispondere a queste domande. Dieter Thomä si occupa di riscoprire il puer robustus, il ragazzo forte che si sottrae all'autorità. Questo personaggio è entrato per la prima volta in scena negli scritti di Hobbes e da allora ha continuato a fare la sua comparsa. In un saggio di filosofia, che si presenta a tratti come una storia di avventura, vengono seguite le tracce di questa ambigua figura. Se la democrazia vuole restare in vita - questa l'originale tesi proposta dall'autore - deve accogliere al suo interno una certa dose di disordine. L'azione del perturbatore possiede un duplice volto: sia una forza distruttrice che un potenziale di cambiamento. Il potere centralizzato desidera mantenere l'ordine, ma dai margini gli esclusi sono in grado di provocare turbamenti che scuotono la tranquillità. Thomä sviluppa una filosofia dei disordini che fa tremare sin nel profondo l'architettura dello Stato.